Recensione Footloose il musical: a Milano è tempo di ballare

[Recensione a cura di Luana Savastano]

Negli ultimi anni i musical che hanno la danza come elemento predominante stanno prendendo sempre più piede in Italia. Basti pensare ai soli titoli di Dirty Dancing e Fame, e ancora prima di Flashdance e La Febbre del Sabato sera. Spettacoli impegnativi, che richiedono una particolare predisposizione a cantare e ballare dal vivo, contemporaneamente. E se il cast che è chiamato a svolgere questo compito non è all’altezza, l’intero spettacolo perde di credibilità e fiducia (quella dello spettatore).

Una premessa, questa, indispensabile per far capir come l’intero team tecnico di Footloose, e Chiara Noschese in primis (direttrice dei casting), abbiano fatto un lavoro coi fiocchi nel mettere insieme un gruppo di talenti davvero prezioso. Come prezioso è il ritorno di Stage Entertainment in Italia dopo qualche anno di assenza. Chi frequenta abitualmente l’ambito del teatro sa che ognuno dei nomi in cartellone ha nel proprio background artistico produzioni eccellenti e di prestigio. E ritrovarli insieme sullo stesso palco (per alcuni è la prima volta) non può che essere un incentivo in più per andare a teatro, al Teatro Nazionale Che Banca! di Milano, a vederli.

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L’altro incentivo, ovviamente, sono le musiche, i ritmi travolgenti, la voglia di ballare che trasmette un titolo come Footloose. Poco importa se la storia (il libretto e le liriche sono di Dean Pitchford) messa qui in scena non sia pari pari a quella del film del 1984 con Kevin Bacon (le esigenze teatrali richiedono scelte differenti), che a sua volta si basava su eventi realmente accaduti nella comunità rurale di Elmore City, in Oklahoma. È un aspetto che si può (e si deve) “perdonare” perché ogni elemento di novità giustifica il fine ultimo dello spettacolo e premia il lavoro degli autori e dei performers.

E veniamo a loro, a questo cast che, per più di due ore, ha sprizzato energia e voglia di offrire il proprio talento al pubblico presente in sala, al quale ha riservato anche un profondo messaggio di speranza verso il futuro.

 

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La storia, in generale, è la stessa, quella che abbiamo visto al cinema o, nel caso dei più giovani, in dvd. Il reverendo della cittadina di Bomont, un piccolo paese della provincia americana, dopo aver perso in un incidente d’auto il figlio, di ritorno da un concerto insieme ai suoi amici, vieta la danza e qualsiasi forma di divertimento tra i giovani (l’alibi è di salvaguardare la moralità). Solo Ren McCormack, il nuovo arrivato saprà trovare le parole giuste per far aprire gli occhi al reverendo Moore e liberare, così, il paese dall’oscurantismo degli adulti, restituendo ai suoi amici (sul finale sì, saranno tutti amici) il proprio tempo per ballare. Una storia semplice, fino a un certo punto, che però nasconde paure e timori della generazione adulta, e rabbia e voglia di ribellarsi a regole e restrizioni mai accettate da parte dei più giovani. Ed ecco che a rappresentare sulla scena questo vortice di sentimenti ed emozioni ci sono loro.

Cominciamo da Antonello Angiolillo e Brunella Platania, gli adulti protagonisti. Angiolillo, che già aveva offerto un’ottima prova nell’essere marito angosciato in Next To Normal, vittima dei nefasti eventi, qui propone un reverendo Moore solo in apparenza freddo e distaccato. La sua voce appare possente e l’intensità interpretativa cresce nel finale.
Brunella Platania, si sa, sul palco non delude mai e la sua sensibilità artistica la si percepisce fin da subito. Anche lei ricopre, qui, un ruolo già riproposto in passato (ultimo, in ordine di tempo, è Mary Buttman in Georgie il musical) e lo fa dando vita ad una mamma Vi Moore preoccupata sì, per la sua famiglia, ma che conserva in sé tutta la forza necessaria per gestire con delicatezza il rapporto conflittuale tra il marito e la figlia.

 

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Ed eccola la figlia di casa Moore: Beatrice Baldaccini, finalmente in una veste “adulta”. La sua padronanza nel gestire personaggi fatati e zuccherosi la conosciamo bene, ma ora dimostra anche di poter essere una giovane donna forte e determinata nelle sue idee, capace di guidare le sue compagne e di tenere testa ad un padre, anzi, reverendo padrone. Confermate le sue abilità vocali e di ballo. Non c’erano dubbi.

Che dire di Riccardo Sinisi? Dopo aver ricoperto l’eccentrico ruolo di Adam/Felicia nella ripresa di Priscilla la regina del deserto lo scorso anno, Riccardo è sempre più un artista completo e preparato. Balla e canta con agilità e facilità. Il suo Ren è carismatico, perfetto nelle energiche scene di insieme come in quelle di maggiore forza emotiva. È con lui che si assiste ad uno dei momenti più intensi dello spettacolo. Insieme ad Ariel/ Beatrice intona il brano “Credo agli angeli” (“Almost Paradise”), catturando l’attenzione del pubblico rivolto con il naso all’insù per applaudirli mentre duettano in cima all’impalcatura praticabile.

Ruoli minori solo per copione ma entrambi imponenti nella presenza scenica: Floriana Monici e Giulio Benvenuti, che fanno divertire a più non posso, rendendo molto attesa ogni loro uscita sul palco. La loro verve ironica è qualcosa che piace (molto) e stupisce, talmente appare così naturale.

Poi c’è la bravura di Loredana Fadda, non più Divas ma mamma di Ren. Forse una mamma che appare vittima delle circostanze (è stata lasciata dal marito) e per questo incapace di prendere in mano la sua vita e ricominciare ma che, al momento giusto, appoggia il figlio e lo incita a credere nelle sue idee.

Recensione Footloose il musical - Consiglio

A questo punto, è giusto ricordare e ringraziare tutti gli artisti di questo Footloose perfettamente riuscito: Alessandro Parise, Roberto Colombo, Giulia Fabbri, Martina Lunghi, Elisa Musso, Renato Tognocchi, Manuel Mercuri, Angelo Di Figlia, Giulio Benvenuti, Davide Fienauri, Andrea Spata, Roberto Tarsi, Federica Buda, Lucia Blanco, Gioacchino Inzirillo, Eleonora Lombardo, Andrea Spina.

In ultima nota, ma non per minore importanza, c’è da constatare con piacere come, l’alternanza tra italiano e inglese dei brani cantati (le hits che tutti conoscono sono rimaste in lingua originale, mentre sono state inserite nuove canzoni non presenti nel film), non penalizza la partitura, anzi la arricchisce di senso. Merito delle traduzioni di Franco Travaglio (che cura l’adattamento del testo e delle liriche) e del supporto coreografico Martin Michel, anche regista dello spettacolo. Come accaduto nelle precedenti produzioni firmate Stage, l’orchestra, diretta da Andrea Calandrini, accompagna dal vivo i protagonisti.

Footloose è arrivato a Milano e con esso il tempo di ballare. E se lo si fa insieme ad artisti di talento, che ballano, cantano, emozionano come i veri professionisti devono fare, allora sì, è adesso il tempo di andare a teatro. Footloose rimarrà al Nazionale Che Banca! fino al 31 dicembre.

Video della presentazione alla stampa di Footloose

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Fondatrice del blog di teatro "Vista Sul Palco". È laureata con Lode in Musicologia (Università degli Studi di Pavia) con specializzazione in teatro musicale contemporaneo (titolo della tesi: Jesus Christ Superstar: genesi, critiche e analisi dell'Opera Rock), ha conseguito un Master in Marketing per le Imprese di Arte e Spettacolo presso l'Università Cattolica di Brescia. È redattrice per testate di cultura e spettacolo e ha collaborato con alcune realtà teatrali cittadine per la comunicazione e la promozione di eventi: tra queste Teatro PalaBrescia (poi PalaBanco di Brescia e ora GranTeatro Morato) e Residenza Idra (Spazio TeatroIdra). Ha scritto per testate giornalistiche del settore economico-culturale, occupandosi prevalentemente di arte. Da anni si occupa di Comunicazione e Marketing svolgendo attività di Ufficio Stampa, Digital PR, Web Marketing e Social Networking, Community Manager per aziende di vari settori (Food, Fashon, Tourism and Hospitality, Health and Beauty). Ha insegnato Educazione Musicale in strutture per l'infanzia ed è insegnante in scuole secondarie di primo grado. Il teatro è la sua linfa vitale! ★ Sito web personale (attività e servizi offerti): www.luanasavastano.com

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